Cronache di fantascemenza 2024
Torna a Cronache

Post dalla pagina Fb di
Betty Stocchino/
Salvatore Gaetano Palita




Post dalla pagina Fb di
Betty Stocchino



Post dalla pagina Fb di
Mikela Broggio

...........................................................................

...........................................................................


...........................................................................
Riconoscere la Palestina
Il 28 maggio Irlanda, Norvegia e Spagna hanno ufficialmente riconosciuto lo stato di Palestina, suscitando forti proteste da Israele. Secondo l’Autorità nazionale palestinese (Anp) il numero dei paesi che riconoscono la Palestina come stato indipendente è arrivato a 146, ovvero il 75 per cento dei 193 stati che fanno parte delle Nazioni Unite.
Sono per lo più paesi del sud e dell’est del mondo e per il momento nessuno di questi rientra nel G20. La Svezia, che ha riconosciuto la Palestina nel 2014, è l’unico ad averlo fatto dopo aver aderito all’Unione europea. Altri – Cipro, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia – l’hanno fatto nel 1988, quindi prima del loro ingresso, quando Yasser Arafat, allora presidente del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), proclamò lo stato di Palestina su un territorio che comprendeva la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, con Gerusalemme Est come capitale. Fuori dell’Unione anche l’Islanda e il Vaticano hanno riconosciuto la Palestina. Belgio, Malta e Slovenia potrebbero farlo a breve. Nel 2024 i paesi che hanno preso la decisione sono stati Bahamas, Trinidad e Tobago, Giamaica e Barbados.
Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali (oltre a quelli che fanno parte dell’Unione europea, il Canada, la Corea del Sud, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda) non riconoscono lo stato di Palestina, ma intrattengono comunque relazioni ufficiali con l’Anp a Ramallah, accettata anche dal governo israeliano come rappresentante legittima del popolo palestinese nell’ambito degli accordi di Oslo del 1993.
Nel novembre del 2012 la Palestina è stata ammessa come stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. Questo status le conferisce il diritto di assistere alla maggior parte delle riunioni e di consultarne i documenti, ma non di votare né di proporre risoluzioni. All’inizio di maggio l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata a diventare membro a pieno titolo dell’organizzazione.
Paesi dell’Onu che hanno riconosciuto lo stato palestinese. Fonte: Le Monde
Il riconoscimento della Palestina ha un valore principalmente simbolico. Si tratta di una decisione innanzitutto politica, che ha poche conseguenze pratiche sulla vita delle persone, ma ha l’effetto di rafforzare la posizione internazionale della Palestina e aumentare la pressione su Israele per mettere fine all’offensiva nella Striscia di Gaza. Secondo molti osservatori, inoltre, il riconoscimento dello stato palestinese resta una tappa indispensabile per costruire un futuro di pace in Medio Oriente.
Ma solo una decisione in questo senso di un paese con il peso diplomatico degli Stati Uniti, incrollabile alleato d’Israele, potrebbe avere effetti diplomatici più dirompenti. In un’opinione pubblicata a dicembre sul New York Times, R. David Harden, ex consulente dell’inviato speciale per la pace in Medio Oriente di Barack Obama, e Larry Garber, direttore della missione in Cisgiordania e Gaza dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), sostengono che è arrivato il momento per Washington di riconoscere lo stato di Palestina.
Secondo loro ne deriverebbero quattro vantaggi principali. Innanzitutto la decisione dimostrerebbe ai palestinesi che gli Stati Uniti non parlano solo di pace, ma stanno finalmente facendo qualcosa. In secondo luogo “invaliderebbe le ambizioni di Hamas di stabilire uno stato islamico ‘dal fiume al mare’”. Terzo, manderebbe “un forte messaggio di ripudio dell’amministrazione di Netanyahu, che ha fatto tutto il possibile per sminuire l’Anp, ha distolto lo sguardo dalla violenza dei coloni e ha danneggiato le prospettive di una soluzione dei due stati”. Infine il presidente Joe Biden ne beneficerebbe anche sul piano interno, rafforzando il sostegno della sua base politica in vista delle elezioni di novembre.
I due autori riconoscono che la pace in Medio Oriente non sarebbe ottenuta in modo automatico e che entrambe le parti dovrebbero ancora negoziare su molte questioni come le frontiere, la sicurezza, i rifugiati, lo status di Gerusalemme, le risorse e le future relazioni economiche. Ma il riconoscimento della Palestina da parte degli Stati Uniti sarebbe un grande passo avanti “nella costruzione di un futuro in cui i due popoli possono vivere insieme in pace”.
[Analisi pubblicata su Haaretz dopo l’annuncio di Spagna, Irlanda e Norvegia. Fonte: Internazionale. Nell'immagine i Paesi dell’Onu che dal 1988 in poi hanno riconosciuto lo stato palestinese. Fonte: Le Monde]



Mosca:" La NATO sta preparando un attacco preventivo nucleare." OK ai missili NATO per colpire in territorio russo.
«La NATO starebbe pianificando attacchi nucleari contro la Russia». Questa l'ultima accusa degli uomini di Putin, arrivata tramite il capo dell'intelligence dell'FSB mentre la tensione tra il Cremlino e l'alleanza continua a crescere. Una denuncia forte, pronunciata dal generale Vladimir Kulishov all'agenzia di stampa statale RIA Novosti e riportata da "Newsweek", che non fa che accrescere la situazione già delicata tra Mosca e i Paesi della NATO. «Le attività di intelligence della NATO stanno aumentando vicino al confine russo», ha detto il generale all'agenzia, così come «l'intensità dell'addestramento operativo e di combattimento delle truppe dell'alleanza. Si stanno elaborando scenari per condurre ostilità contro la Federazione Russa, compresi attacchi nucleari sul nostro territorio».
Un'accusa, quella di Kulishov, che arriva dopo settimane di «minacce provenienti dall'Occidente». O almeno, secondo Putin. Da circa un mese, il presidente russo si sta infatti "preparando" a rispondere a questi attacchi, ordinando ai suoi militari di esercitarsi nello schieramento di armi nucleari tattiche. Dal conflitto con l'Ucraina, la guerra si sta estendendo, diventando un vera e propria questione tra Mosca e l'Occidente.
Occidente che con l'adesione di Svezia e Finlandia ha accresciuto la potenza della NATO, consolidando anche la zona del Mar Baltico, definito ora "lago NATO". Nonostante le provocazioni di Putin, i Paesi del Nord-Est dell'Europa hanno infatti reagito rafforzando le proprie difese con droni. Nel frattempo, l'Ucraina ha dato via libera all'arrivo di istruttori militari francesi sul suo territorio. La decisione dopo un incontro in videocollegamento tra i ministri della Difesa Umerov e Lecornu.
Intanto dure critiche sono arrivate anche aI segretario generale della Nato Jens Stoltenberg da parte del governo russo.  Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha detto che «ha oltrepassato i suoi poteri» parlando dell'uso dei missili forniti dai Paesi Nato per colpire il territorio russo, mentre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha sottolineato che le parole del suo segretario dimostrano che la Nato è direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina, e sta aumentando il livello dell'escalation.  «La Nato sta flirtando con la retorica militare e cadendo in un'estasi militare», ha detto Dmitry Peskov, aggiungendo che «le nostre forze armate sanno cosa fare, e continuano l'operazione militare speciale per prevenire tutte le minacce». Ed e' di oggi la notizia che Francia e Germania e a breve anche Biden, toglieranno il veto per sparare missili occidentali in obiettivi nel territorio russo. La linea rossa di Putin.

--o-o--

Biden: "punire la Cina per aver fornito tecnologie a Mosca".
Nel 2022 quando gli USA chiedevano insistentemente alla Cina di schierarsi contro la Russia, Xi Jinping rispose citando un proverbio cinese: “Chi ha messo il sonaglio al collo della tigre ha il compito di toglierlo.”
Il conflitto in Ucraina è stato provocato da USA/UK/NATO che volevano mettere le mani sulle risorse ucraine e “contenere la Russia”. E così hanno organizzato il colpo di stato del 2014 dal quale è poi nata la secessione della Crimea, il conflitto aperto in Dombas, etc. Sotto un link con una buona ricostruzione di Robert Parry, leggenda del giornalismo USA. Ora è inutile incolpare la Cina di tutelare i propri interessi.
Quando una battaglia è persa, conviene negoziare, chiuderla, possibilmente ripristinare buone relazioni e usare le risorse per prepararsi alle prossime sfide economiche, sociali e di civiltà che ci attendono. “[…]Il sottosegretario di Stato per gli affari europei “Toria” Nuland è stata la “mente” dietro il “cambio di regime” del 22 febbraio 2014 in Ucraina, pianificando il rovesciamento del governo democraticamente eletto del presidente Viktor Yanukovich e convincendo al tempo stesso il sempre ingenuo mainstream statunitense media che il colpo di stato non è stato realmente un colpo di stato ma una vittoria della “democrazia”. […]” - Robert Parry - The Ukraine Mess That Nuland Made


Esprimere un'opinione dissonante in Europa, oramai, è terrorismo o istigazione a delinquere. Quando si dice che allo Stato non piace, si rischia il carcere o la deportazione.
In Francia, punta di diamante della rinnovata offensiva liberticida statale, dilagante contro chi protesta in solidarietà a Gaza è l'utilizzo del reato di "apologia del terrorismo", che trae le sue origini nel reato di stampa che permise di reprimere il movimento anarchico alla fine del XIX secolo. Venendo all'oggi, in Italy i redattori di alcune pubblicazioni anarchiche, Vetriolo e Bezmotivny sono sottoposti a procedimenti giudiziari in quanto accusati di responsabilità nella realizzazione di alcune azioni contro strutture e figure dello Stato e del capitale, perché queste azioni si sarebbero sviluppate sulla base dei "principi orientativi" esposti in alcuni articoli, quindi traendo slancio dalla "capacità istigatoria" delle pubblicazioni stesse. In particolare dopo il 7 ottobre il reato di opinione si è esteso in Europa ben al di là della stampa anarchica, nei confronti di chiunque minacci di inceppare la mobilitazione bellica generale, anche a basse soglie di conflittualità reale. Rispetto alla convenienza degli strumenti amministrativi per reprimere, a cambiare sono i documenti che si hanno in tasca, con ciò che si è verificato ad Atene, dove martedì scorso oltre 200 sgherri hanno attaccato e sgomberato la facoltà di giurisprudenza dove gli universitari avevano piazzato le tende in solidarietà con Gaza. Dopo aver manganellato per bene diversi studenti gli sbirri di Mitsotakis hanno portato 28 ragazzi nella questura centrale, dove è stata rispolverata una legge dei colonnelli che punisce chiunque si rifiuti di dare le impronte digitali. Gli studenti con documenti greci sono stati rilasciati mentre nove cittadini europei, tra cui due con documenti italiani, sono stati rinchiusi nel centro di detenzione amministrativa di Amygdaleza per essere deportati.
Emblematico in Italia il caso di Seif, finito nel cpr di Ponte Galeria. Rifugiato politico dal 2013, per oltre nove anni ha lavorato in un liceo privato di Roma, il cagoso Chateaubriand, come educatore. Giusto qualche commento di rabbia sulle devastazioni a Gaza et.. voilà.
La notizia è arrivata agli organi amministrativi del liceo francese, tramite loro all'ambasciata francese e dunque allo stato italico che vuole espellerlo dall'Italia revocandogli lo status di rifugiato sulla base dell' art.604 bis del c.p.

--o-o--

Gli interessi italici in Mozambico:
      l'ENI
by Re Common
ENI in Mozambico