Cronache di fantascemenza 2024
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Lo famo strano/Il Fatto Quotidiano del 20.09
di Marco Travaglio



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Betty Stocchino


La rissa sfiorata tra Sikorski e Zelensky/L'antidiplomatico
di  Francesco Corrado
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Massimo Fini ha un bel dire che devo scrivere editoriali più seri. Io ci provo, lo giuro. Ma poi leggo che alla Camera, per attestare oltre ogni ragionevole dubbio l’onestà di Ottaviano Del Turco, condannato a 3 anni e 11 mesi per induzione indebita, cioè per aver estorto 850 mila euro di tangenti sulla sanità pubblica al re delle cliniche private in Abruzzo, il Pd ha fatto parlare Piero Chanel Fassino, sotto processo per alcuni tentati furti di profumi al duty free di Fiumicino: un classico caso di confusione tra fragranza e flagranza. Poi il Pd dice peste e corna della commissione Von der Leyen-2 e in particolare a Fitto: quindi è un Sì a entrambi. Poi FdI, Pd e FI votano No al paragrafo 8 della risoluzione del Parlamento Europeo che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. Quindi subito dopo votano Sì alla risoluzione complessiva contenente il paragrafo 8 a cui hanno appena detto No. “Lo famo strano”: sono contrari, ma favorevoli.
La Minzion d’Onore la merita ancora una volta il Pd: la Schlein aveva dato indicazione di opporsi alla dichiarazione di guerra alla Russia, infatti i suoi 21 sono riusciti ad approvarla in otto modi diversi. 1) La Picierno e la Gualmini votano Sì sia al paragrafo 8 sia alla risoluzione. 2) Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Zan e Zingaretti votano No al paragrafo e Sì alla risoluzione. 3) La Strada vota No al paragrafo e si astiene sulla risoluzione. 4) La Annunziata si astiene sul paragrafo e vota Sì alla risoluzione, poi rettifica a verbale la sua astensione precisando la sua contrarietà al paragrafo, ma non alla risoluzione che lo contiene. 5) Gori resta a Bergamo, ma fa sapere che, se fosse lì, voterebbe Sì al paragrafo e alla risoluzione. 6) Nardella non c’è. 7) Tarquinio non vota per “ragioni tecniche” sul paragrafo, ma è per il No, poi però si astiene alla risoluzione. Bonaccini, Lupo, Maran, Moretti, Tinagli e Topo non partecipano al voto sul paragrafo togliendo la scheda dalla fessura, ma la rimettono per votare Sì alla risoluzione. Otto sfumature di Sì. Qualcuno, per differenziarsi meglio dagli altri con un surplus di originalità, aveva pensato di votare reggendosi su un piede solo, o camminare sulle mani e infilare la scheda con l’alluce destro, o incrociare le dita dietro la schiena e votare con la punta del naso, o indossando un berretto a sonagli o uno scolapasta, o imbracciando un fucile a tappo, o soffiando in una lingua di Menelik. Ma poi ha lasciato perdere, temendo di far troppo sfigurare l’ordinaria monotonia di 5 Stelle, Lega e Avs che, essendo contrari al paragrafo e alla risoluzione, hanno prosaicamente votato No all’uno e all’altra. Banali.

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Da questa notte non possiamo definirci uno stato democratico
*STATO PENALE DI POLIZIA*
 La camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza il Ddl 1660, col quale senza troppi giri di parole, si istituisce in Italia lo stato di polizia.*
🔴 Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere;
🔴 Le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni;
🔴 Idem per chi protesta contro le grandi opere;
🔴 Anche la "propaganda" delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata "terrorismo della parola";
🔴 Carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni;
🔴 Fino a 15 anni per resistenza attiva
🔴 Fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato "anti-Ghandi")
🔴 Facoltà per forze dell'ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.
🔴 Carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno
🔴 Dulcis in fundo, si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l'uso del cellulare, vincolando l'acquisto della SIM al possesso del permesso.
Tutto ciò col silenzio complice delle "opposizioni parlamentari" , le quali al di là di un voto contrario puramente di bandiera non hanno mosso un dito per contrastare realmente le nuove leggi "fascistissime", peggiorative rispetto allo stesso codice Rocco.
Anzi: su circa 160 parlamentari, al momento del voto a Montecitorio "l'opposizione" ne aveva in aula soltanto 91!
Non solo: prima della votazione finale del Ddl, PD e 5 stelle hanno presentato alcuni ordini del giorno (recepiti dal governo) che impegnavano quest'ultimo ad incrementare la spesa per assumere nuovi agenti di polizia e di guardie penitenziarie: l'ennesima riprova di come, al di la di qualche sfumatura, nella sostanza siano tutti uniti nella direzione di un inasprimento dei dispositivi repressivi, funzionale alla guerra e all'economia di guerra, cioè di fatto all'introduzione di una vera e propria legge marziale!
Ora la parola passa al senato, il quale sicuramente approverà in tempi brevi questa ignobile ed infame legge.

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La destra di governo si prefigge l'obiettivo di esercitare un' egemonia culturale diffusa. Non si limita a piazzare i propri uomini e donne a capo delle principali istituzioni culturali ma tenta concretamente di indottrinare bambini e bambine, ragazzi e ragazze delle scuole.
Ed è alle scuole che è diretto il "festival giovani adulti" dedicato a "il corpo nel mondo", promosso dall'associazione "fiori di ciliegio" di Davide D' Agostino, consigliere di FdI a Ciriè, che ha ricevuto dalla Regione Piemonte 100.000 euri belli belli per l'iniziativa. Sul sito dell'associazione campeggia un murale dedicato a Yukio Mishima romanziere giap noto per un acceso nazionalismo e per il culto del sommo imperatore. Mishima è un mito per i fascisti più raffinati..
Lo scorso anno "giovani adulti" si tenne in Barriera di Milano, quest'anno, dal 25 al 27 settembre, sbarca a Mirafiori alla cascina Giaglione, già roccaforte catto-dem, oggi terreno di conquista per gli amici di Marrone, (mai cognome fu più appropriato), l'assessore regionale sceso in campo a difendere dalle tardive critiche del PD questa incursione militarista e nazionalista tra i giovani delle scuole di periferia.
Sebbene non tutti i relatori siano riconducibili alla destra tuttavia il militarismo ed il nazionalismo sono i piatti forti dell'iniziativa e chi non è allineato è una comoda foglia di fico. Non per caso Marrone usa gente come Moni Ovadia per minimizzare il reale focus del festival..
Tra workshop e lezioni frontali viene messo in piedi un programma che evoca uno dei più celebri slogan della dittatura "libro e moschetto fascista perfetto". Si segnalano le conferenze "La guerra spiegata ai ragazzi", "Scuola di cavalleria", "Anima e corpo", "Il corpo della Santa", "Il corpo della nazione", "Maschi e femmine".
Tra i partecipanti spicca l'inetta/idiota ma fascistissima direttrice d'orchestra Beatrice Venezi, il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, il prete omofobo di Tik Tok Ambrogio Mazzei. Senza dimenticare Renato Daretti, illustre presidente dell'associazione nazionale incursori dell'esercito.

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Jone D'Angelo
Insomma, da qualunque parte la vediamo c’è questa verità inconfutabile: un paese con le pezze al culo, in cui praticamente tutti gli indicatori sono in discesa, che festeggia una curva in salita: quella della spesa militare, per armamenti, per aggeggi mortalissimi e inquinantissimi. Ora che la madre cristiana yo soy Giorgia è in cerca di 25 miliardi come un cane da tartufo per far quadrare i conti, non c’è quasi nessuno (a leggere i giornali e a sentire i telegiornali proprio nessuno) che si alza a dire che quei soldi ci farebbero comodo per altre quisquilie, che so, la scuola, la sanità, il welfare, magari (sogno) un salario minimo, oppure (deliro) un reddito di sostegno ai poveri. La parola d’ordine è chiara: riempire gli arsenali e svuotare i granai. La leggenda messa su per giustificare tutti questi bei soldini spesi per comprare armi è semplice semplice: Putin arriverà a Lisbona, dobbiamo difenderci, basta dipendere dagli Stati Uniti, viva l’Europa, eccetera eccetera.

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Giorgio Bianchi
Il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin, commentando le esplosioni di elettronica in Libano,
Mezzi di comunicazione non sicuri.
Cosa succederà ora?
In Libano si sono verificate una serie di esplosioni di vari dispositivi elettronici (cercapersone, telefoni, walkie-talkie), che hanno causato più di 3.000 feriti e diverse decine di morti. (...)
Il fatto stesso che apparecchi elettronici domestici siano stati utilizzati come ordigni esplosivi richiede un'indagine adeguata.
La possibilità di una produzione di massa di tali "armi" porta il terrorismo a un nuovo livello.
Questa è una minaccia globale per tutti i paesi.
Le istituzioni internazionali dovrebbero elaborare misure contro tali crimini.
Altrimenti nessuno potrà sentirsi al sicuro.
A seguito dell'ultimo attacco terroristico condotto da "Israele", sempre meno persone si fideranno dei marchi occidentali di dispositivi elettronici. Molti sanno da tempo che questi dispositivi hanno delle backdoor che consentono alle agenzie di intelligence occidentali di spiare i loro utenti, ma quando li vedi esplodere è difficile dimenticare che possono anche essere trasformati in armi letali.

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Andrea Zhok
Ieri, simpatico uno-due del prode Parlamento Europeo, che prima approva l'utilizzo di missili europei per colpire bersagli in Russia (377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti) e poi chiede l’emissione di un mandato di arresto internazionale contro il presidente del Venezuela, Maduro, oltre al riconoscimento come presidente del leader dell’opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia. Oramai l'UE, l'Europa politica reale (e non quella vagheggiata, ideale, auspicata, ecc.) è semplicemente il botolo rabbioso che gli USA scagliano contro i loro nemici - mentre loro si tengono un passo indietro (gli Stati Uniti NON hanno approvato l'utilizzo di missili americani su territorio russo).
Talvolta, da ex-europeista uscito da un percorso di disintossicazione, continuo a chiedermi come sia stato possibile tutto questo.  L'UE è oramai ridotta ad essere un sistema di sabotaggio di quella forma di vita che fu l'Europa.  Dalle raccomandazioni pedagogiche dell'agenda 2030, alla distruzione del tessuto industriale nel nome di un'agenda sedicente "green", allo smantellamento sistematico dello stato sociale, alla rottura dei rapporti con tutti i propri vicini (ad est e sud, Russia e medio-oriente in primis) per accrescere la dipendenza dagli USA, l'UE è solo un grande meccanismo di autosabotaggio e di americanizzazione deteriore della cultura europea residua.  E all'origine di tutto ciò c'è, a monte, quel processo di americanizzazione dei ceti dirigenti che si è avviata negli anni '90 del secolo scorso, e che ora dà i suoi pieni frutti. Le popolazioni europee, - al netto della devastazione delle menti prodotta dagli schermi portatili - rimane ancora in parte inassimilata rispetto alla pervasiva americanizzazione della cultura e dei valori.  Il trionfo della mente liberale, ora neo-liberale, di cui la cultura statunitense è incarnazione eminente ha dapprima egemonizzato i blocchi sociali più "aggiornati" e "moderni" (una volta li avremmo chiamati "borghesi"), per poi divenire consenso politico. Nella politica ridotta a varianti del (neo)liberalismo i vari "centro-destra" e i vari "centro-sinistra" sono perfettamente intercambiabili. Per ogni abiezione in un'area legislativa del centro-destra si può trovare una simile abiezione (nel nome dell'alternanza) del centro-sinistra. A votare a favore dell'utilizzo dei missili europei in territorio russo, per dire, sono stati per l'Italia: FdI, FI e PD; tutta gente che, potendo, si venderebbe l'Abruzzo per un attico a Manhattan. Così, oggi siamo tutti all'interno di un meccanismo infernale, autolesionista, privo di sbocchi perché incapace di immaginare una forma di vita alternativa, che non sia una variante delle rappresentazioni hollywoodiane.
Siamo tutti dentro la bolla del thatcheriano "there is no alternative" e tutto ciò che culturalmente non vi si confà è derubricato a deplorevole eccentricità, roba che nessuna persona per bene intratterrebbe ("oscurantismo - va da sé, religioso", "familismo - va da sé, amorale", "populismo", "sovranismo", "rossobrunismo", ecc.).

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La stampa polacca pubblica la notizia secondo la quale, in un incontro tenutosi a Kiev il 13 settembre, il ministro degli esteri polacco Sikorski e il premier ucraino Zelenski sarebbero quasi venuti alle mani. La situazione è tesissima tra gli alleati occidentali. La sconfitta strategica della Russia di cui si è vaneggiato pare che non si verificherà, dato che la guerra in Ucraina si sta avviando verso una sconfitta per Kiev. Ed i nervi sono a fior di pelle. I mezzi di informazione polacchi accusano Zelensky di aver creato una situazione definita  scandalosa. Il periodico Onet scrive che il presidente ucraino si è permesso, nel relazionarsi col ministro degli esteri polacco, di usare uno stile di comunicazione che ha sorpreso enormemente la delegazione polacca. Tralasciando i particolari più pittoreschi, qual era l'oggetto del contendere? Non dimentichiamo che i polacchi si sono spesi davvero molto per il regime di Kiev tanto che si stima che fino a diecimila militari polacchi siano morti nel conflitto russo-ucraino. Zelenski ha accusato i polacchi di non fare abbastanza per appoggiare un rapido ingresso dell'Ucraina nell'UE (Zelenski ci aveva creduto davvero!). Il governo polacco in un comunicato ufficiale ha spiegato che le richieste e le pretese della delegazione ucraina non erano realistiche. I fatti sono noti a tutti più o meno: per aderire all'UE è necessario un lavoro preparatorio che può durare decenni. Il caso della Turchia, che ha molti meno problemi dell'Ucraina a rientrare nei parametri europei, peraltro sotto tutti i punti di vista, è emblematico. Il regime di Kiev non rientrerebbe nei parametri economici nemmeno facendo i miracoli. Figuriamoci poi se si parla di istituzioni democratiche, rispetto dei diritti o corruzione. 
Il governo polacco ha ricordato laconicamente che nessuno aveva garantito a Zelensky che il percorso di annessione all'UE sarebbe stato del tutto regalato e che comunque i tempi tecnici ci sono e diversamente non si può fare. Peraltro Zelenski non è l'unico sprovveduto che davvero ha creduto che l'Ucraina potesse entrare in Europa e farlo pure alla svelta, pur senza possedere molti requisiti richiesti. Anche volendo sorvolare per un attimo sul problema della corruzione e sulla condizione di stato economicamente fallito, che vive solo di aiuti ed ha un debito non ripagabile (altro che rapporto debito PIL al 3%), dobbiamo considerare che si tratta, attualmente, della dittatura più rigida al mondo: l'unica che sia riuscita a mettere fuori legge religioni, partiti politici (una decina), una lingua parlata dalla quasi totalità della popolazione (definizione da manuale di apartheid), che ha fatto irruzioni di polizia nelle sedi di canali televisivi poi chiusi, che ha chiuso un numero imprecisato di radio e giornali e che punisce con pene assurde coloro che esprimono il loro pensiero. Fino ad arrivare a bombardare la popolazione civile con artiglieria e droni dal 2014 ad oggi compreso. Con buona pace della Von Der Leyen ed i suoi deliri sul fatto che l'Ucraina rappresenti i valori dell'UE, l'ordinamento giuridico dell'Ucraina è pieno di mostruosità che sono del tutto incompatibili con i trattati UE. Zelensky è in grande difficoltà. La guerra è militarmente oramai persa. Ogni giorno si parla di qualche nuovo sistema di arma che gli occidentali darebbero agli ucraini per cambiare le sorti della guerra. Questo ovviamente perché tutte quelle mandate fin'ora si sono rivelate inutili, ma di fatto mancano le cose basilari come soldati e munizioni e la situazione è al collasso. Dopo due anni di sciocchezze, i famosi F16 sono arrivati: addirittura 4, di questi uno solo è entrato in azione ed è stato abbattuto. I russi peraltro hanno fatto nulla in quanto l'aereo è stato tirato giù da un Patriot usato dagli ucraini, almeno questa è la versione ufficiale, anche se c'è chi parla di un'avaria dell'aereo stesso. Il premier ucraino ha capito di essere stato preso in giro ed ora teme anche che, di fronte ad un crollo dello stato, un alleato come la Polonia possa in futuro appropriarsi di parte dell'Ucraina occidentale, che era Polacca fino alla conquista sovietica e che la Polonia rivendica. Forse questo spiega meglio di altre cose la veemenza di Zelensky nei confronti dei polacchi: amici quando si tratta di combattere la Russia, ma pronti ad approfittare della situazione se l'Ucraina dovesse crollare. Se Zelensky vuole vincere la guerra ha una sola opportunità: coinvolgere la Nato. Cosa che, nella follia generale, diventa sempre tragicamente più possibile a giudicare dalla retorica guerrafondaia dei leader europei, cosa molto pericolosa se la mettiamo in relazione con l'impreparazione delle forze armate dei loro paesi.

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