|
.................................................................................................. APPUNTI Appunti: segni o parole che pensi di usare, di
sviluppare successivamente. All’inizio tutto è partito da un quadernetto
di appunti, poi non ne ho avuto più bisogno. Ho forse programmato in
quelle paginette la mia vita creativa? No, e me lo spiego così: creare
è sinonimo di modificare e quindi ogni passo è l’appunto per il passo
successivo. Inoltre, l’arco di tempo che sta coprendo la mia vita ha
conosciuto modifiche tecniche radicali e lo stesso passo fatto anni
addietro si può fare oggi come fosse reale ma non reale perché
virtuale, e quindi altro dal precedente.
La documentazione, parziale, si estende sulla destra >>>> |
.................................................................................................. Oggi. Il perimetro del chiostro ha accolto una ventina di tavole. In gran parte nuovi scatti e in parte tavole tratte dalla mia precedente mostra 'Piedi per terra, musica in cielo'. Scatti fotografici tutti di recente realizzazione. Foto punto e basta… sì, in qualche caso non ho resistito a fare segni sul più grande foglio che abbiamo a disposizione, il cielo, e ho tracciato una chiave di violino a indicare una musica da cercare. Nell'ingresso alle sale, si passa su una foto di un letto di fiori ormai caduti: si entra in un tempo passato. Alle pareti 'Piedi per terra', aggiornamento del video che ho realizzato per la mostra sopra citata. |
............................................................................................................
Impronte - Prima metà degli anni '80. Alle
pareti, qui non documentato, proiezione di 'Orthovideo', video
sperimentale sulla visione con occhi non frontali (come è per gli
animali erbivori) che ho realizzato nel 2011. |
.................................................................................................................... Dalle Stuoie (1969) alle n Dimensioni (2006). Una
novità: per anni ho sognato di intrecciare uno specchio... oggi la
tecnologia lo consente e l'ho realizzato: permette di fotografare una
realtà a stuoia, intrecciata e distorta. |
.................................................................................................. Le lucegrafie. Le rayografie, in particolare i tessuti, mi mostrarono che la luce filtra attraverso corpi da noi comunemente considerati opachi. Ripresi quindi il gioco, sostituendo le persone con cibi e fiori, ed ecco i miei contatti a colori, ‘estremi’ per l’illuminazione che sfonda l’opacità lì dove possibile, dove si riesce a far penetrare la luce. Ho chiamato queste realizzazioni ’lucegrafie’. Si tratta di scatti fotografici, all'inizio su pellicola, in seguito digitali, dove si tenta, attraverso il controluce e la sovraesposizione, di rendere 'luminosi' oggetti comunemente considerati opachi, che ho stampato su carta traslucida per riproporne la trasparenza. (testo non definitivo, da integrare) |