Ricc Sabba per l'opera di Anastasia Kurakina
"Il circolo della vita"
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Si sente il fiato il vento del passaggio ravvicinato il nitrito e lo scalpitio degli zoccoli. E la voglia di misurarsi di Anastasia. Questo si sente di fronte alla sua opera "Il circolo della vita", circa sette metri di pittura a olio composta in 6 tele. Vedo cavalli che sono la potenza della natura che travolge l'umanità e vedo volti e figure, anche i pochi in sella, attoniti, sbigottiti, rapiti, muti. Tra le due fauci della vita di questa estesa scena pittorica emerge e scompare un doppio spirito: un impeto forse implicito o forse cercato, forse realtà o forse nostra reazione alla realtà, la nostra realtà costruita sui dati della nostra capacità raziocinante, limitata cultura di potere odierna. E il cavallo, presente come segno e ricerca di impronta rinascimentale, che torna più antico testimone del turbine della vita che sopravvive alla vita, come Pegaso cavallo alato che consente imprese epocali e vittorie a Bellerofonte per portarlo poi al fallimento e alla miseria quando tenta la conquista del cielo.


(L'opera si sviluppa verso sinistra)










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Il circolo della vita