A MIA SORELLA
Non ascoltare il vento
che parla alle nuvole.
Non sentire il suo grido.
Non credere
alle favole che ti narra.
Sono bugie,
storie,
inventate da bocca misteriosa
in antri di aspre montagne,
senza verità.
Chiacchiere,
inutili storie damore.
E il vento di orecchio
in orecchio le porta
fino al tuo.
Per un attimo, ti illudono
ancora.
A MIO FIGLIO
Tenero figlio
che per nulla piangi,
fragile età che
lacrime fa versare
su ogni piccola cosa,
ricorda sempre:
niente al mondo,
niente
merita il tuo pianto.
A niente serve,
niente
ottiene o trasforma.
Quel pianto che
ridere fa gli sciocchi,
quelle lacrime che
dolore danno ai saggi,
furono la melodia
della mia vita:
ora, accanto a te
sono
stanca e sola.
A MIA MADRE
Rosea la pelle
abbronzata
delle guance,
di bianco striati
i capelli
legati sulla nuca.
Chi è quel volto tra la folla?
Una donna,
che la pelle
ha bruciato
nel dare la vita.
Una madre,
che la vita ha consumato
nel dare amore.
Il tuo volto, mamma.
In quel volto,
un po stanco
il mondo di sempre
si perpetua.
A MIO PADRE
Lontano
la chiave ho trovato
che la porta aprì
della tua vita giusta.
L ho copiata
per me
e te l ho riportata.
Tra speranze ed attese,
la mia vita ho aperto
con la tua chiave
giusta
ma vissuta così
la mia vita
giusta non è stata.
Allora,
a mio figlio ho dato
quel che tu
mi hai lasciato
perché giusta
per lui almeno
sia la vita.
A MAMMA E PAPA
Ho pensato,
ho pensato di notte.
Nelle lunghe insonnie
ho continuato.
I vostri volti,
le vostre voci,
ho rivisto, ho riascoltato.
Ho ricordato
la mia infanzia:
severe le richieste del babbo.
Incomprensibili allora,
da più grande
la vita mi hanno insegnato.
Ho riascoltato
nel mio pensiero:
ad essere madre,
come sono,
col suo esempio,
la mamma mi ha aiutato.
Ho rivisto i vostri volti:
attimi di ieri e di allora.
Anche ora li vedo ma
un po stanchi,
un po affaticati,
per una vita intera che
Dio vuole continui ancora.
Pieni sempre damore,
quello che ci avete dato:
lho capito da grande
e lho imparato.
E di più ora
che nel mondo a lungo
ho ormai vissuto,
con tanta gente ho parlato
e di figli e di genitori
ho sentito, ho raccontato.
Di più ora
ho capito
ed ho provato
lo stesso amore a dare,
e negli altri ricercare.
AUTORITRATTO
Cammino per strade silenziose,
guardo la luna limpida
nel cielo scuro.
La notte spegne
lultimo chiarore.
La mano nella mano di un bimbo,
passi frettolosi per giungere
nella mia casa buia.
Lontano il mio uomo.
Non so dove.
Ho sognato damare per essere amata.
Ho amato per vivere.
Accanto ho la vita
che ho dato alla luce.
Vivo il mio amore per strade silenziose.
La mia solitudine
nella notte che,
lenta, mi raggiunge.