Tremonti e tremanti
La nota politica di oggi è
racchiusa attorno a un silenzio. il silenzio della sinistra, di
quel che ne rimane. Tremonti si converte al posto fisso dopo aver
imposto la legge 30, dopo aver scassato le regole del lavoro molto
al di là di quanto non prevedesse Biagi. Oggi cambia idea e
dice che la società si basa sul posto fisso. Possono essere
solo parole buttate nell'offertorio di una campagna elettorale
continua, può essere una manovra per posizionarsi nel dopo
Berlusconi, può essere una qualche sincera illuminazione,
chi può dirlo, un miracolo è sempre possibile. Ma in
ogni caso dovremmo sentire dalla sinistra e soprattutto dai
candidati alle primarie del PD, la più ovvia, la più
spontanea delle obiezioni: se non si tratta solo di parole e di
teatro dimettiti, prendi atto dell'incompatibilità col Pdl,
perché in realtà siamo noi della sinistra che
consideriamo il posto fisso il fulcro del mercato del lavoro. siamo
noi contro il precariato infinito, contro le umiliazioni, contro
l'economia senza regole.
Ma questa ahimè sarebbe una
dichiarazione politica, qualcosa di impegnativo e di significativo.
E invece non sento nulla, se non la polemica giusta ma limitata sui
precari della scuola. Un battibecco, non un programma o una
promessa. Tremonti sarà anche un anguilla, viscida ed
erratica, ma ci si aspetta che dall'altra parte non ci siano solo
ossi di seppia nel meriggiare della Repubblica.