Cialtroni col cilicio
Si può portare il cilicio ed
essere egualmente dei cialtroni. La pronta conversione a Bersani
della senatrice Binetti, dal momento che la sua omofobia di
coscienza ha suscitato un vespaio, è un capitolo forse
ancora più triste e più squallido del suo opusdeismo:
la manovrina per incollarsi a una poltrona, lo sguazzare nei vizi
del politicismo più vieto, la sua testimonianza di cinismo
di casta sono l'altra faccia della medaglia in cui sono iscritte le
sue poco apprezzabili "opinioni". Che non vengono mai
peraltro alla luce: la senatrice infatti non spiega mai perché
mai appartenga a un partito che si dice democratico e non navighi
invece nei tranquilli porti clericali dell'Udc o nel vuoto
perbenismo del Pdl. Perchè senatrice? Cosa c'è di
democratico in lei? Non lo tenga così accuratamente
nascosto, lo riveli. Oppure ci dica chiaramente che lei si finge
democratica per fare da quinta colonna vaticana a "sinistra".
Non si nasconda dietro la coscienza che di solito è invocata
da chi non ce l'ha.
Certo bisogna dire che il suo compito è
facile: perché la sua permanenza in un'opposizione che
sabota ogni volta che può, è facilitata anche dalla
cialtronaggine di chi non la manda ad agitare il presunto cilicio
altrove e lo impone invece ai propri elettori, da chi non le
facilita la fuga verso luoghi politici dove potrebbe vivere il suo
personale medioevo con molta maggiore serenità, assieme a
qualche belloccio convertito. Sempre che la mettano in lista: lei
vale molto più come nemica che come amica.
Alberto Capece Minutolo