Minority report, ovvero come siamo messi male


Una volante sul marciapiede come nei telefilm, concitazione intorno, il lampeggiante azzurro che prima sfavilla e poi annega nel grigio, una figura indistinta dentro l'auto. Chissà cosa è successo, uno scippo, un furto, forse un clandestino acchiappato col kebab nascosto nella tasca. Man mano che mi avvicino all'epicentro dell'evento passo accanto alle persone che si distaccano dalla scena commentando, scuotendo la testa o bofonchiando nel solipsismo che riconosci, quello acquisito davanti alla televisione. Ed eccola la signora bionda di mezza età, con gli abitini giusti, la gonna sopra il ginocchio che ondeggia con la feroce nostalgia di altri tempi, di altre gambe. Da una trentina di metri si notano le labbra ingrandite, lucidate a giorno. Povero Cyrano, cos'è un bacio? Un canotto rosa tra le parole t'amo. E impressionato dall'ultima Satura della mia amica Rita Pani, non posso fare a meno di chiedermi se anche altrove il lievito di birra del chirurgo abbia avuto lo stesso effetto: al buio si dovrebbe creare una incredibile incertezza. Grazie prozia, qualunque cosa sia accaduta.
E' accompagnata da un'amica molto meno vistosa, quasi dimessa al confronto della femmina alfa. E finalmente mi passa accanto chiacchierando ..." arrivano sempre dopo, dopo che è successo, dovrebbero arrivare prima invece..." La voce sfuma.. già perché non ho mai pensato a questa semplice soluzione? L'uovo di colombo. Intervenire prima che il delitto accada come in Minority Report. Oddio non saprò mai quali delitti ha commesso il chirurgo estetico, ma condivido con la signora sconosciuta l'intimità più segreta: so per chi vota.


Alberto Capece Minutolo