Il salvacondotto


Che il tempo di Berlusconi si stia concludendo è abbastanza evidente: il Paese è messo troppo male per poter sopportare ancora a lungo il ritratto di Dorian Gray che il Cavaliere porta in giro come se fosse il premier originale. Troppo a lungo è durato il consenso e il relativo immobilismo, troppo a lungo un sistema di potere che fa di un incoerente, pericoloso, asfittico baratto al peggio la sua tattica e il potere del premier la sua unioca ragion d'essere. Si avvertono tutto intorno le macerie e il sentore di fango in cui sguazzano e trovano cibo xenofobi, opportunisti, servi, grassatori e cretini semplici ovvero la truppa reclutata con l'ipnosi televisiva.
Ma proprio questo declino apre le porte alla stagione più pericolosa per il Paese dalla fine della guerra: se il Cavaliere fosse solo un politico sarebbe relativamente facile offrigli un salvacondotto giudiziario che lo sollevi dal peso degli scheletri che lo sovrastano. O quanto meno una via d'uscita, magari un buen retiro in qualche zona calda del mondo. E in questo caso gli sforzi per trovare una vita d'uscita mentre infuria il dopo Berlusconi avrebbero un qualche significato; persino gli appelli a che gli si permetta di difendersi non solo nei processi, ma anche dai processi potrebbero essere compresi.
Ma Silvio è invece anche alla testa di un impero mediatico ed economico costruito su quegli stessi scheletri: garantire a lui, alla sua famiglia, ai suoi famigli e al pezzo di capitalismo marcio che gli gira attorno non soltanto l'immunità ma anche la conservazione di rendite e privilegi, significa far pagare all'Italia e ai suoi disgraziati cittadini un prezzo enorme. Non ci si può illudere: significherebbe la distruzione della legalità, degli elementi che fondano la convivenza civile e i rapporti economici, mettendo in forse l'esistenza stessa del Paese. E alla fine potrebbe anche non servire a liberarci del personaggio.
Quale prezzo si vuole pagare? Quello di una battaglia che finirebbe per mettere in gioco tutti gli assi del potere o il prezzo di un riscatto da cui l'ostaggio, ovvero il Paese, uscirebbe più morto che vivo, anche se lascerebbe indenni parecchie caste compresa quella politica?
Questa è la domanda che dovremmo porci. E a cui il No B day cerca di dare una risposta non equivoca. Tutto il resto, francamente è noia.


Alberto Capece Minutolo