Opposizione o Coalizione: Amleto si iscrive al PD


Alle tante divisioni che fanno fatica a rimarginarsi, alle piaghe da decubito inevitabili in un Paese fermo e infermo da trent'anni, ho l'impressione che stia creando una nuova linea di faglia nel corpo tormentato del partito che, al contrario di quanto dice Rutelli, è nato, ma vive grazie ai molti cordoni ombelicali che gli danno ossigeno: quella tra oppositori e "coalizzatori". I primi pensano che il disastro a cui l'Italia sta andando incontro è frutto del berlusconismo, giunto ormai sulla soglia di esiti autoritari. Dunque vogliono dare battaglia, giocarsela col Leviatano al di là dei toni più o meno alti da usare. Gli altri ritengono che la situazione sia così degradata che per rimettere il Paese in corsa non si possa fare a meno di una grande coalizione, magari non del tutto esplicita, ma sostanziale. Al più presto, sperando che il Cavaliere sia messo fuori combattimento dalla crisi e dalle stesse contraddizioni del suo blocco sociale. E mi sembra che Bersani si stia già cominciando a destreggiare fra queste due ipotesi: la sua tesi del partito di alternativa si adatta ad entrambe, opportunamente modulata.
Il fatto è che tutto questo fa parte di una real politik irreale. Il problema non è solo la difficoltà drammatica di liberarsi del dominus Berlusconi, ma di liberarsi del berlusconismo come cultura, come veleno distillato per decenni e che ha potenziato ed esaltato tutti i vizi del Paese. Non si uscirà da questa epoca della vita italiana senza una grande partecipazione popolare, senza traumi, senza sofferenza. Pensare che in qualche modo tutto possa essere risolto nella dinamica parlamentare o ancor peggio con abili tessiture sottobanco, è una pura illusione.
Come vediamo proprio in questi giorni, dalla crisi si uscirà con un ridimensionamento degli attori economici tradizionali, con una contrazione dell'Europa e una ancor più vistosa dell'Italia. Un sistema è giunto al capolinea, una mentalità complessiva deve registrare il suo fallimento. E da tutto questo non si esce con le manovre.


Alberto Capece Minutolo