Eliogabalo, un principe moderno?


Sedicenne principe di origini siriane dispoticamente guidato da tre donne – madre, nonna e zia – alla conquista, duecento anni dopo Cristo, di Roma e del suo (basso) impero, Eliogabalo usava coreografare i suoi spostamenti facendosi precedere – tanto per chiarire subito come stavano le cose – dal suono di trombe e cimbali ad accompagnare un gigantesco fallo in pietra trascinato da cento tori. All’apice della scultura in pietra era disegnata la forma di una vagina. Eliogabalo si proponeva insieme maschio iperattivo e femmina sfrenatamente recettiva, praticando senza limiti la bisessualità. Quelli erano i tempi e i costumi, e Eliogabalo ne era l’incontrastato e androgino interprete imperiale. Al fine di disporre dei corpi meglio dotati dei tanto ambiti attributi, indispensabili per soddisfare i suoi appetiti, Eliogabalo inviava emissari ad esplorare ogni angolo del suo impero. E a suo capriccio, dopo avere fatto castrare inetti e inadeguati, premiava i meritevoli con incarichi prestigiosi. Così, chi diventava capo delle guardie pretoriane, chi gran ciambellano di corte, chi proconsole e chi suo consigliere e amministratore. Nei quattro anni del suo impero, Eliogabalo costruì una macchina superefficiente al servizio della sua illimitata lussuria. Ma, alla fine, anche i suoi pretoriani più fedeli furono da tanti eccessi così disgustati da ribellarsi, trucidare l’imperatore e sua madre, fare scempio dei loro corpi e disperderne i pezzi nella Cloaca Massima. Così racconta anche Antonin Artaud nel testo dedicato alle gesta del giovane imperatore.

Fatte le opportune distinzioni, tenuto conto delle diverse età, epoche, misure e proporzioni, anche la nostrana attuale e (simil) imperiale storia, potrebbe finire – chi lo sa! – in rivolta e fuga. D’altronde, nella nostra storia recente, un clamoroso fatto del genere c’è già stato. Ma forse il problema vero dell’Italia di oggi sta nel fatto che la maggioranza degli elettori si riconosce in quelle pratiche da basso impero, e ne adotterebbe anzi, potendo, probabilmente di peggiori. Un dettaglio curioso è che il nostro attuale (piccolo) Eliogabalo viene sostenuto e votato senza problemi anche da tanti che si dicono cattolici praticanti, e i loro vescovi arrivano a rimproverarlo - al massimo, prudentemente - per una mancanza di stile, eleganza, sobrietà e moderazione… Suvvia, mio signore,  menzogne e vizi possono anche essere tollerati, ma est modus in rebus

Noi che cattolici non siamo, con una poetica licenza ci consoliamo.

Italia, Italia mia,

quante zecche sulla tua nobile cute! 

Ruffiani, mazzieri, prosseneti, prostitute... 

Ti ci vorrebbero una radicale bonifica, una drastica terapia, 

e non facezie argute;

il soccorso di una ben temprata virtute, 

un saper voltare pagina, uno sdegnato cacciare via;

un ritorno alla innocenza del bambino, 

un rifiuto delle orecchie del ciuchino;

magari la zampata del leone

per liberarti di un bugiardo buontempone,

della sua senile goliardia.