Frozen River


Vi interessa vedere un buon film non hollywoodiano né bollywoodiano, un film senza ruffianate né inutili bellurie, senza trucchi né furbate, senza divi né divine, troni e veline, porcelloni e porcelline? Andate a vedere Frozen River di Courtney Hunt, regista 44enne al suo primo film di cui è anche soggettista e sceneggiatrice. Le due attrici protagoniste, incontrate per strada, sono all’apparenza così banali che non indurrebbero probabilmente a uno sguardo. Scenario e paesaggi sono quelli tetri, bui, freddi e innevati come è la zona di confine lungo il fiume San Lorenzo tra lo stato di New York e il Quebec. La storia mette in scena drammi famigliari risaputi, abbandoni coniugali, sequestri e pignoramenti di elettrodomestici che incombono, fatica ad arrivare a fine mese con figli piccoli da crescere e educare. Insomma, la maledetta necessità di denaro per campare. La sola risorsa disponibile per far fronte al disastro è quella per le due donne di accettare di trasportare nottetempo, nel bagagliaio della propria macchina, un paio di cinesi o pakistani clandestini attraverso il confine che coincide con il grande fiume ghiacciato. Nel film non ci sono colpi di scena mirabolanti, scene di sesso stravolgenti, deus ex machina provvidenziali e salvifici. Viene semplicemente messa in scena la vita problematica e dura di due donne e mamme comuni, una bianca e l’altra appartenente alla tribù Mohawk, che un po’ alla volta, all’inizio in modo sospettoso e conflittuale, imparano a fidarsi reciprocamente, capiscono che insieme, aiutandosi, possono risolvere meglio i loro problemi. E in modo spericolato e coraggioso, da Thelma e Louise in versione priva di aureola epica, ci provano e ci riescono. E’ la normalità solidale e condivisa di una vita quotidiana a essere realisticamente messa in scena, senza additivi né coloranti, senza effetti speciali o spettacolari. Domina il crudo realismo incentrato sulla drammaticità di problemi resi condivisibili e universali grazie alla volontà e ai sentimenti di donne coraggiose e responsabili. Insomma, in chiave cinematograficamente ben risolta, Frozen River è un film di poche ciance che va dritto al sodo. De Sica, Rossellini o Pietro Germi, oggi, farebbero probabilmente film così. Altro che Diavoli e Demoni del cavolo..!