Perché voto Ignazio Marino


Perché non cerca onori, ricchezza, potere per sé e i suoi amici;

perché non è settario o partigiano, non lavora con il fine principale o esclusivo della maggior forza per la sua parte, per il suo partito;

perché non è affetto dal virus della guerra permanente e perenne tra leader e primedonne, cordate e bande;

perché per lui scopo e primato è il cittadino con i suoi diritti e doveri, il suo benessere, il suo avanzamento individuale e sociale;

perché, da credente serio, è al servizio di una politica che considera tutti uguali davanti alle leggi, parimenti responsabili e meritevoli;

perché lui per primo incarna l’affermazione del solo merito;

perché non è soggetto né sensibile alle sirene degli interessi di associazioni e categorie, di fazioni e corporazioni;

perché non ha santi di chiese clericali o comuniste in nessun pantheon, gotha o paradiso, obbedienze particolari di ideologie o credo;

perché incarna l’esatto contrario dello spirito di setta, massoneria, mafia;

perché non ha le stimmate dell’eterno e stucchevole narcisismo autoreferenziale del politico di professione;

perché non eccelle nelle arti iperpolitiche della duttilità serpentesca e della patetica furbizia italiota;

perché esprime spirito libero, cultura intellettuale e dirittura morale capaci di spazzare via ciarpame e chincaglieria che ammorbano le stanze della politica;

perché è una persona competente, affidabile e seria, capace di contribuire alla crescita del bene comune;

non perché è il favorito, ma perché è l’uomo necessario e giusto, come Vendola in Puglia e Obama negli USA;

perché è tra i pochi capaci di farci finalmente voltare pagina rispetto alle pratiche dell’ancora attiva e imperversante Prima Repubblica, e di farci entrare da persone  rispettabili e serie nell’Europa e nel mondo del XXI secolo. 

E scusate se è poco; o se, secondo una errata ma diffusa concezione, Ignazio Marino è poco “politico”.

Gian Carlo Marchesini