Polverini, Alemanno, La Russa e company

A Piazza Farnese, per la manifestazione indetta dal PdL contro l’esclusione delle liste della Polverini, i presenti non erano più di cinquecento, e si trattava di attivisti e clientes organizzati e portati lì di peso con bandiere, striscioni, fumogeni bianco rosso verdi. Sul palco c’erano Alemanno e la Polverini, che ha fatto un discorso gridato e retorico infarcito di slogan e Viva l’Italia! E sapete come ha concluso il comizio? Gorgheggiando stonata, e invitando tutti a cantare a squarciagola, l’inno forza italiota. Dalla piazza, da sotto il palco, tra urla e frenetico agitare di gagliardetti, gli slogan hanno oscillato tra i cori da curva (laziale) sud e i ritornelli contro la Bonino ricalcati sull’onda del vino dei Castelli. Roba di una povertà e di uno squallore da fiera strapaesana. Ero reduce da un incontro che la Bonino aveva appena tenuto con duecento tra insegnanti e allievi dell’Istituto per sordomuti che opera al n. 54 della Nomentana. Un avvicendarsi al microfono di denunce, proteste e proposte appassionate e argomentate – replicate da una persona sul palco nel loro specifico linguaggio di segni – per una categoria di persone svantaggiare che solo nella provincia di Roma oltrepassa le 3200 unità. E la Bonino, anche su tematiche così particolari e specifiche, si è confermata persona competente e preparata, sensibile, dotata di lucidità ed esperienza sufficienti a rispondere pertinentemente nel merito e e sul metodo che la Polverini se lo sogna.

Sabato scorso ho ovviamente partecipato alla manifestazione di Piazza del Popolo promossa dal popolo viola. La piazza era colma (centomila, duecentomila? certo un oceano rispetto alle poche e sparute centinaia di Piazza Farnese). E a dire magnificamente la loro c’erano Flores D’Arcais, Oliviero Beha, Andrea Rivera e altri bravissimi ancora: che a confronto la Polverini sembra una analfabeta di ritorno ( o di andata?). Io mi confermo e sono sempre più arreso al fatto che il cosiddetto popolo della destra odia la cultura, la competenza, la conoscenza. Questi sono – ahimé e purtroppo – un genus antropologico altro e arcaico, contrario a qualsiasi metodo e linguaggio del confronto e del ragionamento sensato: figuriamoci del rispetto delle regole e di un minimo necessario principio etico! Questi, nel loro agitarsi regressivo, fanno realmente paura. Ma non avete seguito l’altra sera lo spazio notte del Tg3, con la Berlinguer allibita in presenza del ministro La Russa che gridava espressioni minacciose di una gravità tale da esigere le sue dimissioni immediate da ministro delle Forze Armate? Come la sinistra possa avere consentito e lasciato spazio a questi spaventevoli incolti e violenti, è questione che prima o poi andrà risolutamente affrontata. Ma prima che straripi e tutto impesti, togliamo dal fuoco questa oscena frittata!

Gian Carlo Marchesini