De Coubertin
Sapevamo che decisivo è vincere,
o quantomeno non perdere.
Sapevamo che importante è partecipare.
Ora sappiamo che è molto meglio farsi fottere,
ed esultare se l’avversario ti batte,
se questo impedisce a qualcun altro di vincere.
Che è come tagliarselo e farsi inchiappettare
purché l’odiato rivale non possa godere.
A questo può portare solo una disperazione malata:
a bramare la sconfitta pur di negare soddisfazione
alla cugina squadra odiata.
Io sono fottuto, ma almeno neanche tu fotti.
Io sono finito, ma almeno anche tu non Totti.
Dallo sport alla escort, dalla sublime melina alla velina.
Dal più bel gioco del mondo al troiaio più marcio.
Il calcio in mano al sudiciume pervertito delle curve sud.
Forza Italia? Ma se a tutto questo ha fatto da nutrice e balia..!
PS: E infine c’è stato Totti, il pupone,
che pur di ciucciarsi il dito gioca a pallone.
Da lui mi aspettavo qualcosa di inaudito:
ad esempio insegnare a Balotelli un comportamento corretto,
insomma, una civica e civile educazione.
E invece mi è crollato anche il residuo mito:
sferrandogli da energumeno idiota quel calcione
si è comportato da emerito coglione.
Gian Carlo Marchesini