Il meteo televisivo e la valorizzazione delle risorse umane
Non so se vi è mai capitato di assistere alle previsioni meteo su Sky 24. Ve le raccomando come straordinaria esperienza semantico-televisiva sul come si possono mostrificare le giovani risorse umane. Iniziamo col dire che la grafica proposta in studio - dettagliata, precisa, completa – è allo scopo più che adeguata. Una abbondanza incrociata di immagini e simboli tale da garantire un’evidenza di dati che perfino i deficienti. Per chi vuole semplicemente rendersi conto dell’evoluzione del tempo, qualsiasi altro commento suonerebbe superfluo. E invece no. A ogni puntata, da una edizione all’altra, si avvicendano sulla scena una interminabile sfilza di ragazzi e ragazze di una ridondante e garrula ripetitività clonata.
Intanto hanno tutti un identico bagaglio-cliché di gesti, posture, mimiche. E fin qui può anche andare. Tutt’al più si è indotti al sospetto che abbiano avuto - pedante, monomaniacale, severo - lo stesso istruttore. Ma quel che spiazza e sconcerta, al di là della schematicità standardizzata e artificiosa, è il modo in cui tutti riescono, per come declinano mimica facciale e timbri e sonorità della voce, nel renderla insopportabile e sciagurata. Stanno dicendo che pioverà e lo dicono come se recitassero enfaticamente Shakespeare. Ma quel che è peggio, meteorini e meteorine, snocciolando le povere e ripetitive banalità consentite dal ventaglio delle variazioni meteorologiche, si impegnano visibilmente allo spasimo per approfittare delle fessure minime del poco in cui si muovono per infilarci dentro il meglio della loro capacità seduttiva. Cosa avrà a che fare un sorriso a tutti denti e l’ampio gesto di una ragazza a indicarti ammiccando il suo basso ventre, se poi in realtà le parole che le escono dalla bocca raccontano di temperature, venti e variazioni atmosferiche?
Qualcuno – sarà questo lo spirito dei tempi? – deve avere messo in testa a questi aspiranti grandi attori e seduttori che lo scopo vero non è quello di informare sul tempo che farà, ma approfittarsi di quello che così diventa un puro pretesto per suggerire promesse di incontri favolosi. Il risultato che ne esce è una sorta di patchwork impazzito, una dea Khalì schizofrenica che con una mano ti invita ad aprire l’ombrello, con l’altra ti titilla maliziosa l’uccello.
Ma perché non si può operare efficienti limitandosi a dire le cose necessarie e semplici? Seguire la rubrica del meteo su Sky 24 è come ritrovarsi in qualche eccitante anticamera di Palazzo Grazioli, dove chi dovrebbe limitarsi a darti le informazioni, in realtà sembra essere stato messo lì, dopo avere frequentato una scuola di recitazione basata sul metodo Stanislawski, per annunciarti che verrai introdotto nelle presidenziali alcove: dove finalmente spariranno le pretestuose immagini del meteo e potrai, come da ammiccanti promesse, partecipare alla sagra orgiastica del “famolo strano”.
Qui non solo piovono presidenziali sconcezze, governo ladro: ma con la scusa del meteo piovono pure i cascami della peggiore, dissociata e stralunata arte della seduzione televisiva povera. I ragazzi e le ragazze sarebbero in sé simpatici e carini. Ma il mezzo, in evidenza, li ha trasformati in messaggio, e il cuore del messaggio consiste nel vendere sorridendo, al pubblico televisivo, una faccia da guitto e uno scodinzolante culo. Anche in questo caso, parafrasando il titolo dell’ultimo film di Werner Herzog, verrebbe da esclamare: figlio mio, figlio mio, ma in quale figura ossessiva di coazione a una caricaturale seduzione il mostro mediatico ti ha imprigionato?