La pazienza è finita. Rimbocchiamoci le maniche”. (Ma và?)

Devo proprio riconoscere che Bersani sul manifesto che copre i muri di Roma è venuto bene, pulito e garbato e perfino bello, con un filino di sex appeal del tutto inaspettato. Bravo il fotografo: ci sarà stato qualche tocco di fotoshop aggiuntivo? Quel che non convince è lo slogan: rimbocchiamoci le maniche, la pazienza è finita. Le maniche? La pazienza? Ma non è linguaggio da zio burbero che interviene a calmare le esuberanze del nipotino un poco monello? Ma qui è veramente questione di nipotini scostumati e un po’ fresconi? Questi sono una risma di delinquentoni: ci vogliono i calci nel sedere e dei potenti sganassoni! La pazienza è finita si può dire in qualche controversia condominiale, se i vicini sono maleducati e villanzoni. Qui i metodi, il linguaggio, i fatti e i comportamenti sono da pirati della Filibusta (già, Antigua…). Questi qui o ti comprano o ti stroncano! E tu annunci che mò – dopo quindici anni! – la pazienza è finita? Ahimé, questa sembra moderazione un po’ pomposa e forbita da tinello di una volta: e se poi vinciamo, le elezioni, come dice la mia amica Marzia, in presenza di cotanta inaspettata abbondanza che facciamo: ci srotoliamo precipitosamente le maniche e annunciamo che di pazienza ne abbiamo ancora molta?

Per quanto mi riguarda siamo sempre lì: non siamo in presenza di pochi danni e un pò di polvere sollevata da una ricreazione troppo vivace e prolungata. Qui non basta suonare la campanella ed ecco che d’incanto gli adorabili teppistelli – sembra un fumetto di zio Paperino alle prese con Qui Quo Qua – tornano d’incanto in aula. Qui tocca trovare il midollo e i nervi per far capire che è necessaria, e si è capaci di mettere in campo, una visione e un’azione radicalmente alternativa. Cosa che un Bersani elegante, sorridente, accovacciato e rilassato come un bel professore in gita scolastica, ahimé, assolutamente non evoca né trasmette. Questi non hanno i basettoni e le ghette, questi ci tengono con il coltello alla gola in ostaggio. Animo, segretario, un po’ più di grinta e coraggio!

GianCarlo Marchesini