Chiara Santagada


Bellezze d'inverno


Qualcuno la trova incantevole e ci scrive su poesie, altri la maledicono, soprattutto se devono girare in macchina (treno o aereo) nonostante tutto: odiata o amata che sia, la neve è uno dei miracoli naturali più conturbanti, soprattutto se la si guarda da vicino, meglio se da molto vicino, per esempio con un microscopio elettronico, che permette di scoprire un universo in cui alla più rigorosa geometria corrisponde perfettamente la più commovente bellezza. L’incanto è dovuto al fatto che i fiocchi di neve sono “aggregati di cristalli che si sono formati nelle nuvole direttamente dalla condensazione del vapore (...) e presentano complesse simmetrie a base esagonale dovute alla configurazione atomica delle molecole di acqua che, allo stato solido (ghiaccio), formano una griglia compatta di celle simili a quelle di un alveare. I più semplici cristalli di neve sono infatti dei prismi di base esagonale che, a seconda del rapporto tra la base e l’altezza, appaiono come colonnine o come fogli piatti” (2). E’ straordinario il fatto che i cristalli di ghiaccio per tanti aspetti si comportino in modo simile a quelli rocciosi: nascono e crescono come cose vive (tanto che secondo alcuni studiosi rappresenterebbero per così dire il ponte tra l’inorganico e l’organico). In entrambi i casi la forma della cristallizzazione dipende da numerosi fattori concomitanti: nel caso della neve “dal variare dell'umidità e della temperatura. Con valori di umidità più alti, le strutture a forma di colonna possono trasformarsi in strutture aghiformi, oppure presentare cavità. Quelle più piatte possono invece gemmare in esagoni che si dipartono dai sei vertici della figura madre dando luogo a successive ramificazioni”. Si parla in questo caso di crescita dendritica e di aggregati dendritici. Sì, proprio lo stesso termine che viene riferito in biologia alla cellula neuronale. Inoltre “in geologia e metallurgia si chiamano dendriti (da dendron, che in greco significa “albero”) gli aggregati cristallini che presentano una struttura ramificata. Forme di aggregazione dendritica si osservano anche nella struttura atomica di alcuni polimeri. Risultano da processi di aggregazione dendritica anche i cristalli che formano i fiocchi di neve” (3). Ancora più interessante è notare, come hanno fatto recentemente alcuni ricercatori, che tali forme di aggregazione si basano su un modello di crescita frattale e che “l'aggregato che risulta dalla ripetizione di questo processo è un oggetto frattale, un oggetto cioè che ha una dimensione frazionaria ( più di 1 e meno di 2) e gode della proprietà di autosomiglianza”. Il discorso è troppo tecnico? Può darsi, ma bisogna pensare che da tale modello nascono “oltre 3000 forme diverse di cristalli di neve” (4): tante ne hanno catalogate i Giapponesi. Non fa allora meraviglia che esista una disciplina specifica che studia la neve e che si chiama, ovviamente, nivologia. Ma alla fine, a trionfare è la bellezza.


2 Dal sito ulisse. sissa. it

3 Vedi sopra.

4 Dal Sito montagna. org