Miti poco miti.
L’artista.
Nel Medio Evo e fino al Rinascimento c’era separazione fra arte e artista: l’arte, per eredità classica, era in tutti i campi e l’artista, neologismo dei tempi, era chi esercitava una delle belle arti: musica, poesia e arti figurative. L’artista, all’epoca, si afferma con la forza di quei grandi che oggi, per misura, chiamiamo anche geni, e sono miti. Nei secoli successivi, fino ad oggi, si sviluppa un uso parallelo di ‘artista’. Subito, come termine di classificazione professionale, ‘artista’ diventa appellativo di chi lavora nel mondo dello spettacolo. È un ampliamento del suo significato originale: artista è l’attore che trasferisce la sua capacità interpretativa nei ruoli previsti dal copione, cioè chi si mette nei panni d’altri per dire, e insieme artista chi, attraverso una sua opera, si propone ‘creatore’, per esempio dello stesso personaggio interpretato dall’attore detto. In seguito, l’uso conquista tutte le ‘arti’, tutti i campi del fare, come qualifica di una persona che eccelle nel suo compito. È una… pandemia! che altera il significato del termine per farne superlativo di bravura, capacità, professionalità, in ogni campo.
E come chiamare chi insiste a cercare in se stesso strade, percorsi, letture della realtà che ripropone con parole, note o immagini originali? Poeta, musicista, pittore, con il termine che individua il mezzo tecnico di comunicazione, per poi eventualmente corroborarlo con ‘è un vero artista’, ‘è un grande artista’! Perso il suo significato, ‘artista’ ha bisogno di un aggettivo che gli restituisca riconoscibilità, ma nei fatti lo rende un classificatore superlativo. Nel mondo degli artisti, quelli vivi per intenderci, serve un termine classificatore superlativo? L’artista ‘cerca’, seguendo un percorso che potrebbe rivelarlo persona capace di produrre una rappresentazione della realtà 'originale', capace di stimoli emozionali e intellettuali, dalla migdala alla corteccia. Questo risultato non è certo, e quanto sarebbe opportuno un uso di ‘settore’, un uso 'tecnico', del termine ‘artista’, per identificare un percorso e non il bollo di ‘meta raggiunta’, che solo la storia potrà consegnare.
Ricc Sabba