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Iole B. Sabbadini
I racconti del mare
UNA STORIA VISSUTA
···
“…
Era un giorno di battaglia come tanti altri. Differenti erano soltanto
i soldati che arrivavano. Ogni contingente che passava da quelle parti
si accampava nel loro giardino: i marocchini, che “per fortuna non
avevano dato particolare fastidio”, aveva sentito dire, più tardi,
Giulia da suo padre che sottolineava con il tono della voce il
“particolare”. Poi i tedeschi, che “davano ai loro bulldog intere
scatolette di carne mentre la gente moriva di fame”, anche questo lo
aveva sentito dire in casa. Ora era la volta degli americani che erano
simpatici perché avevano già lanciato ai bambini tanti pacchetti di
caramelle colorate e col buco mentre passavano con i carri armati e
poi, quelli che si erano fermati da loro, avevano ripetutamente
scambiato tavolette di cioccolata con le cipolline che crescevano
nell’orto. …”
D
“…«Elvira!»
-il marito l’aveva letteralmente spinta fuori della porta di casa,
conosceva bene lo spirito polemico della moglie che le faceva
dimenticare ogni altra cosa- D’accordo, hai ragione anche tu. Comunque
pure quello sarà un caso, mica sono tutti così! Quello sarà un
raccomandato di ferro. Lo sai che al mondo le cose vanno così». «E già,
Alberto! –aveva ancora gridato Maria Elvira dalle scale- Ma le cose a
questo mondo bisogna pure che cambino». Poi attraversando di corsa il
cortile, aveva urlato: «Mi raccomando, fa mangiare i ragazzini prima di
portarli a scuola e ricordati che per pranzo c’è la carne del brodo di
ieri sera già pronta!» …”
D
“… Carla aveva comprato un chilo di mele e uno di pere, frutta di
stagione a prezzi accessibili, poi era andata al banco della verdura
per comprare gli spinaci. Dopo aver pagato pensò al giorno dopo festivo
e chiese al verduraio un chilo di patate.
«Milledue, signorì!». «Milleduecento? Ma gli spinaci l’ho già pagati!».
«No, milledue so’ le patate –fu la risposta dell’uomo- glien’ho fatte
pure un bel chilone!». Carla, incredula guardò il cartellino del
prezzo, la scrittura era rozza ma segnava proprio 1.200 lire al
chilogrammo, perplessa non aggiunse altro, pagò e si avviò verso casa.
…”
D
“… Quella notte si addormentò col monotono rumore delle onde contro gli
scogli, che a Giulia piaceva tanto, le ricordava i lunghi caldi mesi
estivi della sua adolescenza serena, trascorsi in una cittadina simile
a quel piccolo paese dell’estremo Sud, dove era giunta nel tardo
pomeriggio di due giorni prima. Il mare cominciava ad agitarsi, al
chiarore della luna sembrava un foglio di carta d’argento spiegazzato.
Nuvole bianche vagavano per il cielo. …
… Erano ancora afosi giorni di scirocco. Quanti anni erano passati da
quel ‘sogno a occhi aperti’ ritrovato scritto su fogli ingialliti, per
Giulia era un’intera vita. Il mare in burrasca che stordiva come sempre
con il suo frastuono e il terrazzo sul mare erano ormai lontani. Ma la
solitudine pesava sulla sua anima e il desiderio d’amare la soffocava
come allora. Quell’amore che si vuole donare e di cui eppure si è così
gelosi. Quel sentimento vero, profondo che finisce spesso per rimanere
in fondo all’anima lasciando le mani vuote. …”
D
“… Il profumo dei fiori si spandeva, intenso, nell’aria. I campi
coltivati erano ordinati e verdi. La strada assolata si snodava deserta
e silenziosa tra curve e brevi rettilinei, con dossi e discesine, nella
vasta campagna. Nel cielo, lontani, poiane e falchi volavano a larghe
volute; più vicini, stormi di colombi si incrociavano in continui cambi
di direzione. Lungo i bordi della strada, sulle basse piante selvatiche
e sull’erba, farfalle bianche o gialle. Un leggero vento mitigava il
caldo di quel tardo mattino di metà giugno. Giulia pedalava con lena,
rincorrendo i suoi pensieri che tornavano sempre più spesso al passato.
Guardando un uccello volare molto basso, pensò: ‘Si dice che i vecchi
parlino sempre del loro passato, perché ormai non hanno più futuro. … …
sentiva i suoi cinquant’anni come un percorso impraticabile …”
D
“… Il mare lambiva dolcemente i suoi piedi, che lasciavano orme morbide
sulla sabbia bagnata. Chiara guardò ancora il bastone bianco a forma di
muso di cane, lo fece scivolare tra le dita quasi accarezzandolo. Poi
riprendendo lentamente a correre, lo gettò nell’acqua. ‘Riuscirò mai a
dimenticare? Sono passati trent’anni, eppure…'.
Nel suo cuore era sempre rimasto uno spazio vuoto, un angolo d’amore che non aveva potuto vivere. Non aveva potuto donare.”
Iole B. Sabbadini
I racconti del mare
UNA STORIA VISSUTA
Pagg.: 96
Formato: 17x24 cm
Genere: narrativa
Illustrazioni: ventotto acquerelli di Delio Meinardi
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