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R A N D O M : brani e foto tratti dalle pubblicazioni
Ricc Sabba
Buio
In somma.
1972, una giornata feriale,
non una memoria ma una reliquia di trentacinque anni fa.
L’invadenza del fumo delle sigarette non c'è più,
come tante macchine e apparecchi oggi concentrati nel computer,
ma la quotidianità si può dire la stessa.
2007, monologo notturno.
L’attrito tra la realtà della testa e la vita è come quello tra la coscienza e il sogno.
Jung scrive ‘tutto sommato è probabile si sogni di continuo,
ma la coscienza fa un tale rumore che non si riesce a udirlo’.
Possiamo parafrasare e dire che è probabile pensiamo di continuo
ma la vita fa un tale rumore che non si capisce.
Balugina nella mia mente un palco, un teatro,
per rendere la scena, i sobbalzi, le piroette, i nodi della notte inquieta.
2007,
monologo notturno.
Dal sogno rarefatto del sonno profondo, al dormiveglia contraddittorio e caotico, allo scontro del risveglio.
Zzzzzz...
Arriviamo su cuscini d’aria mossi da controllate esplosioni di
primordiali oli raffinati. Poi ruotiamo un distintivo unico in un
leggero e silenzioso tamburo che aziona perni, molle, assicelle
elastiche e libera la porta. Istantaneo, l’argentato contatto avvia un
flusso di elettroni che si scontra in alto, nel vuoto, in un budello
nodoso di tungsteno irritandolo quanto basta perché s’infuochi senza
fondere. Assenti gli insetti, gli odori sgradevoli: l’igiene fatta.
...
Ferma, una grassa signora. Ferma ma viva. Sudata. Ho pensato a quella
particella del suo sudore che stimolava il mio naso. Fastidiosa mistura
di alcol, aromi e materiale organico. Non vedevo l’apocrina madre, per
fortuna, non la microscopica figlia fluttuante. Accidenti, mi muovo e
scompare l’odore. Ritorno al posto e riappare. Sta qui sta là… oppure
altrove con il mio naso, sullo stesso piano. No, impossibile, nello
stesso spazio, non ho un naso per flatlandia. Mi muovo e cambio spazio?
L’odore vive nella quarta dimensione? Insieme al mio naso? Succede di
sentire un odore che altri non sentono. Ignota l’origine, una voce
sottile e chiara si diffonde perfetta fra gli ottusi rumori del carro:
l’udito gioca la sua carta senza spazio. Lieve sussulto della grassa
signora, un suo braccio guadagna spazio, sfiora il mio… una vicina
stimolante! Piccolo brivido, i peli si ergono. Erano sereni, distesi
sulla pelle, e adesso formano una coltre sospettosa a difesa del corpo.
Hanno guadagnato una dimensione, ciascuno indica il suo zenit. Il treno
va, mentre altre presenze moltiplicano i nostri spazi e gli occhi, i
nostri occhi, nati abituati a mediare fra realtà e possibilità,
nascondono le altre misure oltre la terza, tenda naturale per non
restare abbagliati.
...
non siamo animali in armonia con la natura siamo agglomerati di cellule
come le parole sono agglomerati di segni come le parole vogliamo
significare e siamo pronti come le parole all’equivoco. gli animali
vivono come note di una musica noi come parole vogliamo essere pietre
mattoni calcestruzzo del nostro tempo e vivere di noi stessi al di là
del tempo con le nostre ragioni variabili in competizione con tutti i
processi naturali e capaci di apprendere anche da uno stupido un
ignorante o perché no un animale la capacità di giudizio del citato
ingegno naturale se esiste ci fa progredire o ci distingue e basta? ma che ore sono?…e poi Kant? ti pensavo più vicino a Feuerbach, a Nietzsche…
le autostrade sono solo per le auto per il mercato per la tecnologia la
vita la testa il pensiero conoscono solo mulattiere e poi noi magari
avessimo prodotto lumi in quel secolo distinto...
...
Ricc Sabba
Buio
Pagg.: 32
Formato: 14,5x21 cm
Genere: racconto
Illustrazioni: (testo presentato con la mostra 'n dimensioni').
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